Aldous

Distopie

LA METAMORFOSI DEL CORPO UMANO NEL XXI SECOLO

Quando Il capitale, spinto dalla sua necessità di espandersi, si imbatte nel corpo umano, lo modifica secondo tre modalità: in quanto prodotto, in quanto mezzo di produzione e in quanto mercato in sé. Questo processo si accompagna alla generale mercificazione del corpo umano ed ad una metamorfosi funzionale: dall’essere un corpo ad avere un corpo.

 

 

Il corpo umano come prodotto

Come prodotto da comprare e vendere nel mercato della produzione e del consumo, il corpo umano è sempre stato limitato dalla sua rigidità. A differenza di molti altri prodotti, il corpo umano non puo’ essere modificato a piacere. Il suo essere un cattivo prodotto era tuttavia ciò che preservava la sua umanità.

Ora la biotecnologia e l'intelligenza artificiale sembrano essere in grado di superare questa barriera. La separazione del corpo dall'identità dell'individuo ha reso possibile vendere il corpo umano non solo agli uomini, come accade con schiavitù, prostituzione o, in altri termini, lavoro salariato, ma anche al proprietario del corpo stesso, che, interagendo con se stesso, entra in un circolo di creazione e soddisfazione dei bisogni che vengono appagati attraverso cure del corpo, cura della bellezza, chirurgia, fitness e così via. In questo modo, l'individuo finisce per diventare una sorta di acquirente, utente e cliente nei confronti del proprio corpo. Le biotecnologie possono ampliare le possibilità del corpo umano, inteso come prodotto, secondo le esigenze del mercato, identificando nuove parti mirate da migliorare, sostituire e scambiare; e in prospettiva, l'intelligenza artificiale è in grado di riprodurre algoritmamente la mente, separandola quindi dal corpo. Da questo punto di vista, ogni mente potrebbe abitare qualsiasi corpo, in una sorta di mercato immobiliare del corpo umano.

 

Il corpo umano come strumento di produzione

In quanto strumento di produzione, il corpo umano ha mostrato tutti i suoi limiti sin dalla nascita della vita sociale. Il margine di miglioramento strutturale è molto differente. La macchina può essere modificata, perfezionata e sostituita indefinitamente mentre l’uomo è tale e quale l’immaginario giorno in cui si proclamò uomo.

L’impossibilità del corpo umano di essere modificato strutturalmente lo ha lasciato dal punto di vista della sua capacità produttiva, in bilico tra lo statuto di bene inestimabile e soggetto al di fuori del mercato e, al contrario, di prodotto senza mercato e bene di scarso valore.

 

Il corpo umano come mercato in sé

Se immaginiamo il corpo umano come un luogo geografico in cui comprare e vendere merci, quali orologi, abiti o gioielli, la sua limitata plasticità rappresenta un ostacolo all’espansione del capitale perché, se il mercato degli orologi richiede un terzo braccio, l’uomo non è in grado di procurarsene uno.

Il capitale ha cercato di aggirare questa limitazione attraverso la moltiplicazione degli individui e il conseguente aumento della popolazione mondiale.

Il modo in cui negli ultimi anni il capitale ha superato gli usi tradizionali del corpo umano in quanto mercato in sé come l’abbigliamento, la moda, gli accessori, i farmaci e così via ha visto il capitale introdursi nel corpo umano dando vita ad un mercato del sangue, di organi e, più recentemente, di semi e ovuli, e l'affitto di uteri per la riproduzione.

Negli ultimi anni, lo sviluppo della tecnologia ha permesso la progettazione di farmaci personalizzati, variazioni genetiche, nanofarmaci, proteomica, cellule staminali e biologia sintetica, che promettono di fare del corpo umano un mercato con enormi possibilità.

Lo scenario piu’ inquietante vede l'uomo del XXI secolo completamente distaccato dal suo corpo e il corpo completamente mercificato e soggetto alle regole del mercato.

Nelle prospettive più estreme dell'intelligenza artificiale, il corpo può essere abitato, comprato e venduto come un appartamento, mentre nella prospettiva della biotecnologia può essere modificato a piacere, aggiornato e integrato con parti robotiche.

In questa prospettiva la frase del vecchio Seneca: “Non è libero chi è schiavo del proprio corpo” assume un significato completamente diverso.